Pur essendo distribuiti in un lungo arco di tempo, i progetti di Scarpa per edifici teatrali costituiscono un insieme alquanto ristretto. Solo nella piena maturità il maestro dovette confrontarsi con due casi concreti per le città di Genova e Vicenza. In entrambe le occasioni, la necessità di dare una risposta ad articolate esigenze funzionali, lo portò a mettere sulla carta una grande varietà di soluzioni che documentano chiaramente la sua inesauribile creatività. La selezione di disegni proposta nella mostra intende mettere in luce materiali grafici, in gran parte inediti, dai quali emerge l’attualità dell’opera dell’architetto e la sua capacità di instaurare un dialogo con l’antica arte del teatro. Un’arte viva in grado di gettare un ponte tra musica, recitazione, spettacolo e architettura.
La Vitrine, Paris, 11 - 27 giugno 2009
Pierre Leguillon signera son erreue jeudi 11 juin 2009, à 19 heures
Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, Scarpa elabora una serie di progetti, spesso poco conosciuti, ma sostanziali per comprenderne la ricerca progettuale intorno al concetto di spazio dell'abitare. La mostra presenta una selezione dei disegni autografi di case e le ville per i committenti veneti - come Casa Sacerdoti, Casa Pellizzari, Villa Zoppas, Villa Veritti - i complessi di appartamenti a Padova e Feltre, e altri spazi legati all'abitare.
In questo 2008 che vede la celebrazione dei sessant’anni dall’arrivo di Peggy Guggenheim a Venezia, il museo dedica una preziosa esposizione a un personaggio centrale nella cultura italiana e internazionale del XX secolo: il veneziano Carlo Cardazzo (1908-1963), che con la collezionista americana ebbe una intesa intellettuale e di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita. Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte, curata da Luca Massimo Barbero, dal 1 novembre 2008 al 9 febbraio 2009, è la prima mostra completamente dedicata alla figura di questo vulcanico e intraprendente mecenate, editore, collezionista e gallerista che restituisce al pubblico la molteplicità dei suoi interessi e la straordinaria attualità del suo modo di intendere e promuovere l’arte, attraverso le sue gallerie, ma soprattutto grazie alle sue innovative strategie culturali. Il suo amore per l’arte del novecento, in special modo per le avanguardie e per i nuovi percorsi dell’arte postbellica, lo fanno diventare una sorta di alter ego di Peggy Guggenheim.
L’evento performativo site specific è organizzato nell’ambito di “Carlo Scarpa. Giornate di studio alla Querini Stampalia. XI”
Se pensavate di sapere tutto su Carlo Scarpa, questa mostra vi sorprenderà.
Innanzitutto per il tema, inedito, dei rapporti fra Scarpa e gli architetti e artisti contemporanei: dai sofisticati newyorkesi Diller+Scofidio, dal madrileno Baldeweg al milanese Umberto Riva. Il tratto comune non è tanto nelle forme e negli esiti formali dei progetti, quanto nell'affinità delle origini, dei punti di partenza. Comune a tutti è la mancanza di un orizzonte di riferimento, della fiducia nell'ideologia del progetto e la conseguente necessità di costruire un proprio orizzonte di riferimento che riparte dall'origine delle cose, dal momento in cui esse nascono, e prendono forma, dall'energia che sprigionano nell'atto della creazione.