Tra il 1956 e il 1978 si colloca la straordinaria collaborazione tra la Olivetti e Carlo Scarpa, genio indiscusso dell'architettura del Novecento, collaborazione magnificamente rappresentata dal progetto capolavoro del Negozio di piazza San Marco a Venezia, commissionato da Adriano Olivetti nel 1958. Nella mostra, viene raccontata questa storia di eccellenza che ha segnato la cultura architettonica italiana nel Novecento e che viene esplorata attraverso documenti d'archivio, disegni e scritti, testimoni di un'inaspettata condivisione di valori e vicende che il grande maestro veneziano ha sempre ricordato con "devota gratitudine".
Una mostra sul legame tra il grande maestro veneto e la cultura nipponica negli spazi del Centro Carlo Scarpa di Treviso
Forme e materiali del Padiglione del Libro o della struttura d'ingresso ai Giardini della Biennale di Venezia, le quinte degli allestimenti espositivi, l'essenziale linearità del cortile della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, gli specchi d'acqua in cui si riflettono le sue architetture, una tra tutte, la Tomba Brion, sono moltissimi i richiami alla cultura e alla tradizione giapponese nel lavoro di Carlo Scarpa.
In occasione della mostra The Japanese House, dedicata alla tradizione e all’innovazione dell’architettura della casa giapponese, il Centro Archivi ospita un approfondimento sulle molteplici e radicate ragioni che legano l’architetto e designer Carlo Scarpa al Giappone, alla sua cultura architettonica, alla sua letteratura, alle sue tradizioni storiche, culturali e costruttive.
Un complesso sistema di rapporti, suggestioni e studi che hanno legato nel tempo Carlo Scarpa, amante e conoscitore profondo di questo paese fin dal 1969, e lo stesso Giappone che riservò grande attenzione nei confronti dell’architetto, in particolare nella pubblicistica.
Oltre a sondare in quali progetti e con quali forme il Giappone si ritrovi nella produzione scarpiana, sono messi in luce tutti quei momenti e quei fattori che hanno dato vita a questo interessante sistema di rapporti: carteggi, biblioteca personale dell’architetto, fortuna critica in Giappone e foto di viaggio.
Carlo Scarpa after Carlo Scarpa
due mostre ai Tolentini
Carlo Scarpa, un maestro Iuav: progetti e insegnamento
a cura di Serena Maffioletti
Guido Guidi Indagine sulla tomba Brion
a cura di Mariano Andreani
L’Università Iuav di Venezia, nell’anno delle celebrazioni per i suoi 90 anni, ricorda Carlo Scarpa con due mostre che si svolgono ai Tolentini, sede storica dell’Ateneo.
È sufficiente varcare la soglia dei Tolentini per cogliere l’importanza della relazione tra una scuola e uno dei suoi più importanti maestri, che ne è stato anche direttore.
La prima evidente testimonianza di una modernità d’autore, per chi entra nella città lagunare, è proprio la porta disegnata da Scarpa per l’Ateneo veneziano. Fotografata quotidianamente da turisti di ogni parte del mondo, rappresenta il simbolo della nostra scuola.
L’omaggio a Carlo Scarpa si sviluppa quindi attraverso l’ex convento dei Tolentini e si divide in due mostre. La prima è allestita nella Galleria del Rettorato, il nuovo spazio espositivo voluto dal rettore Alberto Ferlenga. Qui saranno presentate, a cura di Serena Maffioletti, testimonianze edite e inedite della vasta attività di Scarpa in rapporto con Iuav: schizzi, disegni, riproduzioni, immagini fotografiche relative ai Tolentini, a Ca’ Tron, alla palazzina Masieri e a San Sebastiano, testimonianza di una attività progettuale fortemente intrecciata con quella di insegnante.
Nell’Aula Magna invece viene presentato, a cura di Mariano Andreani, il lavoro dedicato da Guido Guidi a quello che è forse il progetto più noto di Scarpa: la Tomba Brion.
In questo caso le sequenze fotografiche di Guidi seguono il continuo variare del progetto scarpiano sotto l’influenza della luce, dando luogo a uno specialissimo dialogo tra maestri.
Durante la mostra sarà possibile visitare la palazzina Masieri, opera straordinaria e meno nota di Scarpa, che la famiglia Masieri ha concesso in comodato all’Università Iuav di Venezia.
Per questo edificio, oggetto anche di un progetto di F.L. Wright, Iuav sta progettando la sistemazione per farne quella foresteria – luogo d’incontro tra studenti stranieri e italiani – che è il lascito della famiglia Masieri.
a cura di Giulia Lambertini,
in collaborazione con Casa Testori, Milano
Il fotografo Guido Guidi (1941), dall’inizio degli anni Sessanta, in un percorso conoscitivo che ad oggi non è ancora terminato, avvicina con la sua macchina fotografica l’opera dell’architetto Carlo Scarpa (1906-1978), suo primo e più importante maestro a Venezia. Grazie alle foto originali e ricche di appunti autografi, conservate al Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (CISA) di Vicenza si compie un viaggio sorprendente: dal Negozio Olivetti di Piazza San Marco, alla Gipsoteca Canoviana di Possagno, dal Museo di Palazzo Abatellis, che conserva la celebre Annunciata di Antonello da Messina, a quello di Castelvecchio a Verona, uno degli allestimenti museali più ammirati e copiati del mondo, fino al Complesso Monumentale Brion di San Vito di Altivole (TV), opera-testamento di Carlo Scarpa.
Against the backdrop of a whole year dedicated to the theme of heritage, Grand-Hornu Images is organising an exhibition about the descendents of accomplished designers.
How do the children or grand children of figures such as Carlo Scarpa, Maarten and Dan Van Severen, Rik and José Vermeersch, Gijs Bakker and Emmy van Leersum deal with this inheritance? With a sense of preservation? With a sense of paradox? With a sense of opposition? With a sense of adaptation? What strategies do they employ on the basis of their line of descent and their family sources of inspiration? Without providing definitive answers to these complex questions, Le labo des héritiers looks at the individual work done by the heirs of these renowned designers, architects and artists.